Troppa sottomissione psicologica a chi gode di fama e potere
Con lo psicoterapeuta Raffaele Morelli siamo tornati sul caso Suarez, il calciatore uruguaiano sorprendentemente promosso all’esame di italiano pur parlando molto poco e male la nostra lingua. Morelli ricorda che spesso ci dimentichiamo che scegliamo sempre la fama, il successo. Uno qualunque non avrebbe goduto di tali favori. Porta poi un esempio di un suo conoscente italiano che, trasferitosi a Berlino per lavorare, si è trovato ad affrontare più volte e in vari step, gli esami di lingua tedesca. Solo con molto esercizio e volontà ha superato brillantemente tutti gli esami crescendo anche professionalmente: da cameriere è diventato in pochi anni direttore di un grande albergo. Abbiamo poi coinvolto in diretta la nostra corrispondente Eleonora Lorusso che ha avvicinato alcuni passanti chiedendo loro un parere sulla vicenda. Sia il primo che la seconda hanno fatto riferimento a come, in Italia, si continui ad assistere a differenze e relative ingiustizie quando in campo ci sono, appunto, ricchi e famosi. La conclusione è lasciata a Raffaele Morelli. la nostra mente ossequiosa non è disposta a dire no ad un calciatore o ad un attore. Questo accade soprattutto per il timore, spesso inespresso, di poter essere scoperti in questo diniego, mentre dire di no ad una persona comune, non espone nessuno a rischio di riprovazione mediatica. Raffaele Morelli del 24 settembre 2020, all’interno di Non Stop News, con Legrenzi, Pierluigi Diaco e Fulvio Giuliani