Nove mesi di stato di emergenza e non si capisce chi e cosa deve decidere

In rassegna stampa Davide Giacalone si è occupato delle nuove misure restrittive per contrastare il Coronavirus: "La Lombardia ha organizzato la didattica a distanza per le superiori, ma ci sono due aspetti interessanti: siamo a 9 mesi dall'avvio dell'emergenza e non si è ancora capito chi deve decidere cosa, se lo Stato o le Regioni, ed è grave. Saremmo tutti favorevoli alla scuola tradizionale in presenza, ma qui è un rimbalzo di responsabilità. A che livello di caos siamo arrivati? la seconda questione è che noi chiamiamo DAD una cosa rabberciata, fatta su base di una buona volontà di insegnanti che usano mezzi per comunicare a distanza, ma la didattica digitale a distanza è un'altra cosa. Trovassero una giornata per riorganizzare la faccenda e creare contenuti, al momento brancoliamo e basta". Ancora sulla situazione Covid, ma al lavoro; si è discusso molto se il contagio debba o meno essere considerato infortunio: "E' successo quello che era ovvio, tanti numeri, ma l'equiparazione del contagio a infortunio è mera follia! E' ovvio che il datore di lavoro è responsabile della sicurezza dei suoi dipendenti, deve mettere in atto tutte quelle misure di precauzione necessarie per evitare incidenti sul lavoro, questo vale anche per le infezioni. In condizioni normali se contraggo un'infezione a lavoro vuol dire che c'è scarsa igiene (e qui potrebbe essere equiparato ad un infortunio sul lavoro), ma in un periodo di pandemia mondiale, come facciamo a sapere se una persona si è contagiata a casa, al bar a bere un  caffè o perché ha ricevuto la visita di uno zio? Siamo sicuri che si sia contagiata al lavoro? E se mettiamo in piedi 54.000 cause a settembre, come facciamo ad indagare? E' una follia". Sulla previdenza e sulle pensioni, la Consulta si è pronunciata e ha stabilito il contributo di solidarietà sugli assegni più alti solo per tre anni: "Siccome uno dei parametri che si usano è la crescita del PIL, anche lo scudo non serve se rinviato. Il contributo di solidarietà sulle pensioni alte necessita di un chiarimento: cosa intendiamo per alte? Se una persona ha versato tanti contributi è giusto che la sua pensione sia alta, sono sempre soldi suoi, se incorporano un regalo allora è possibile intervenire su quel regalo. Non si può continuare a trattare il tema pensioni con decreti e modifiche che si correggono l'un l'altro".L’opinione di Davide Giacalone del 23 ottobre, all’interno di Non Stop News, con Barbara Sala, Enrico Galletti e Luigi Santarelli