La vicepreside vieta le minigonne, al professore può cadere l’occhio
Il primo tema affrontato oggi da Davide Giacalone in rassegna stampa è quello della vicepreside che, in un liceo di Roma in zona Garbatella, ha vietato la minigonna perché al professore poteva cadere l’occhio. La vicepreside che spiegava le nuove regole e le cautele per l’ingresso a scuola, la permanenza in classe e le sistemazioni delle nuove sedie e banchi un pò precari, nell’illustrarle ha fatto notare alle ragazze che i nuovi banchi non coprivano molto bene le gambe ed ha quindi consigliato di mettere gonne un pò più lunghe o pantaloni perché altrimenti sarebbe potuto cascare l’occhio al professore. Questa cosa si è unita alla polemica che c’è stata in Francia, sempre per le gonne corte. La frase della vicepreside è stata ripresa con molto spettacolo su tutti i giornali. La libertà di vestirsi come si vuole, sempre nell’ambito del decoro è un diritto di tutti.Poi parlando del prossimo referendum ha detto che l’agenzia agicom ha fatto notare che la Rai, Sky e La7 hanno dato troppo spazio al si ed è polemica sui sondaggi che stanno circolando. L’agicom, che dovrebbe governare e sorvegliare l’equilibrio delle comunicazioni, non è stata tempestiva nel far notare queste prevalenze. Se si accoppia un referendum a elezioni regionali e amministrative comunali, è normale, visto che il 97.5% dei partiti alla quarta votazione fu per ii si. Questa prevalenza finisce col riprodursi, e non è regolare. L’errore è stato mettere insieme referendum e elezioni, che nella storia repubblicana non si era mai fatto.Sulla Lega e la svolta sull’inchiesta dei soldi dati allo staff di Salvini, Giacalone ha detto: mi annoio nel dire sempre le stesse cose. Questa è un’inchiesta e per sapere se è o non è successo qualche cosa ci vuole un tribunale. I reati vanno puniti, ma per fare questo ci vuole una sentenza e la procura non è la giustizia ma l’accusatore. Dopo arriva la giustizia. La cosa che mi ha stupito è stata quando è stato stabilito con sentenza, che i 49milioni sottratti dalla Lega dal finanziamento pubblico, dovevano essere restituiti in 75anni senza interessi. Non mi risultano altre sentenze così “Comode”.Per il cinema Giacalone ha parlato dell’ultimo film di Enrico Vanzina, “Lockdown all’Italiana”. Premetto che il film non l’ho visto. C’è gente che si chiede se è giusto far ridere trattando un tema così doloroso. Certo che si può. Il film è sulla convivenza, sullo stare chiusi in casa e non sul dramma del pronto soccorso. Nella vita, nella storia e nella cultura, tanto è più marcata la tragedia, quanto più l’ironia può avere un ruolo anche terapeutico. Ridere non significa prendere poco seriamente le cose, significa farne parte della vita. Poi la notizia della decisione della Casa Bianca, che per difendere la sicurezza azionale bandisce Tok Tok e We Chat. L’accusa che viene fatta a queste due app è la sottrazione e l’uso illecito di dati personali e la questione è molto seria. La decisione è totalmente legittima perché c’è di mezzo la sicurezza nazionale. La stessa situazione si era già presentata quando una società inglese prendeva i dati da Facebook. Adesso è in corso un negoziato con Oracle per l’acquisto del 20% di una specie di Tik Tok per tutto il mondo. Se le due cose dovessero sovrapporsi, qualcuno sosterrà che quel blocco è stato fatto per agevolare il negoziato per abbassare il prezzo della trattativa di Oracle. L’opinione di Davide Giacalone del 19 settembre 2020, all’interno di Non Stop News, con Barbara Sala e Enrico Galletti e Luigi Santarelli