La povertà si combatte con l’istruzione
Il nostro editorialista, Davide Giacalone, ha cominciato il consueto appuntamento del mattino, in rassegna stampa, dai dati sulla nuova povertà in Italia. I 5 milioni di persone, che farebbero ormai fatica ad arrivare in modo dignitoso a fine mese. Davide Giacalone ha sottolineato come i dati vadano necessariamente letti ed approfonditi, a cominciare da questa considerazione: a rischiare e soffrire maggiormente sono sempre immigrati e giovani, le categorie meno garantite. Se si considerano le persone di età più elevata, invece, si nota come la sofferenza scenda in percentuale, grazie alle pensioni che non si toccano. L’Italia, ragiona Davide Giacalone, deve decidere come fare ad aggredire il tema della povertà: se continuare con la semplice assistenza, che non genera lavoro e sviluppo o finalmente decidersi a puntare sugli investimenti. Quanto al via libera anche italiano di ieri al Mes, Meccanismo Europeo di Stabilità, Giacalone ha notato come continui l’ipocrisia del paese e in particolare di un pezzo consistente della sua maggioranza, secondo cui il Mes resta il demonio da evitare ogni costo. Tranne dire di sì in ambito europeo e prepararsi di fatto a ricorrervi, se necessario. Tema che si lega anche alla crisi ai vertici di Unicredit, con l’annuncio dell’addio da parte dell’amministratore delegato Mustier. Secondo Giacalone, il numero uno di Unicredit ha deciso di mollare, perché non è intenzionato a procedere con la fusione con Monte dei Paschi di Siena. ‘Ho una sensazione - ragiona Giacalone - che Mustier abbia guardato molto bene in quei conti, decidendo di non poter avallare un’operazione che non considera vantaggiosa per la banca. Risultato, addio e ora il presidente Padoan dovrà trovare un nuovo AD, che gestisca questo spinosissimo dossier. Che è eminentemente politico. Davide Giacalone ha poi ricordato i cinquant’anni dal voto del parlamento sul divorzio. Era il 1970 e la società italiana entrava ufficialmente nel futuro, sancendo un principio che oggi consideriamo parte stessa del nostro quotidiano e allora spaccò il paese. Giacalone ha sottolineato come tutti ricordino sempre il referendum del 1974 e la grande battaglia radicale, ma sarebbe opportuno sottolineare che l’evoluzione sociale dell’Italia passò da un voto parlamentare. Le istituzioni seppero fare il loro lavoro. L’opinione di Davide Giacalone del 1 dicembre 2020, all’interno di Non Stop News, con Giusi Legrenzi, Pierluigi Diaco e Fulvio Giuliani