Il caso Navalny e le accuse della Merkel e della Farnesina al Cremlino

Il nostro editorialista, Davide Giacalone, in rassegna stampa ha parlato dei tamponi rapidi a scuola se c’è un alunno positivo, ma solo in Veneto e Lazio. Giulio Gallera, assessore al welfare in Lombardia dice: da noi pronti a farli quando arriveranno. Sono passati sette mesi e spesi una quantità enorme di soldi ma siamo ancora nella condizione di, se arrivano i test. Le cose dovrebbero essere uguali su tutto il territorio nazionale e così come è messo lo stato di emergenza serve solo ad animare lo scontro sui servizi di sicurezza. Il ministro dell’economia Gualtieri ha detto che si va avanti con il taglio del cuneo fiscale, da finanziare riducendo le detrazioni e contrastando l’evasione. Quella del taglio del cuneo fiscale è una buona strada, ma quella dei proventi dell’evasione fiscale no. La lotta all’evasione non va fatta mettendo gli agenti del fisco nei mercati rionali per controllare gli scontrini, ma incrociando le banche dati. Non sono ancora incrociate nemmeno quelle dei dati sui sussidi, per cui ci sono quelli che di mestiere fanno i poveri e che prendono gli aiuti perché nessuno controlla e quindi la truffa non viene scoperta. in Parlamento lo scontro sui servizi segreti  sono settimane che va avanti e una parte dei 5 Stelle, ieri si è rifiutata di votare la fiducia. C’è una legge del 2007 che dice che ai vertici dei servizi di sicurezza non si può stare più di quattro anni. Si può anche cambiare questa legge ma nessuno lo ha fatto. Nel decreto sullo stato di emergenza hanno messo che la legge rimane con il limite di quattro anni ma che per adesso diventano otto. Questo è un modo poco trasparente e contorto di procedere e anima uno scontro che nessuno è in grado di capire sul perché ci si sta scontrando.Sull’avvelenamento di Alexei Navalny, le dure accuse della Merkel al Cremlino che parla di prove inequivocabili e la Farnesina che dichiara una profonda indignazione . Il veleno nervino è una specie di impronta digitale perché  viene prodotto solo in Russia, quindi  l’avvelenamento viene da li. Troppo spesso  vengono fatti fuori in questo modo gli oppositori del Cremlino, il governo tedesco e la commissione europea hanno chiesto una condanna severa.  Noi continueremo ad avere rapporti con la Russia, ma questa cosa non è tollerabile. Ci sono settori politi che sono rimasti affascinati da qualche ideologo russo, della cristianità. A loro vorrei chiedere quanto è cristiano dare del veleno nervino nel tè a qualcuno.Oggi la camera ardente di Philippe Daverio alla pinacoteca di Brera. Era un occhio nuovo sulla cultura e trasformava l’arte in felicità, vita e ricchezza. Ha raccontato e dimostrato a tutti che la cultura è passione, bellezza, divertimento e ci si può costruire una vita. Visto che l’anno scolastico dovrà iniziare, anziché far comperare i libri di storia dell’arte, che  sono quelli che rimangono più intonsi, sarebbe meglio comperare qualche suo libro che appassionerebbe i ragazzi parlando a loro con un linguaggio più vicino a quello che utilizzano. Quello di Daverio era uno studio scientificamente fondato ma anche molto facile da seguire, anche per i profani.Sui festini di Bologna, a luci rosse e droga, dove sarebbe coinvolto un ex leghista, Giacalone ha specificato che non è un candidato della Lega, come invece scrivono tutti i giornali. Trovo indecente questo modo di fare i titoli. Chi vuole criticare la Lega, deve ricordare che questo signore ha fatto dei post, inneggianti al fascismo e a Mussolini, che è più che sufficiente per avere una posizione che a mio modo di dire è una schifezza. Perché si deve mischiare un’indagine penale con una candidatura politica. Gli stessi giornali sono quelli che poi nello stesso articolo scrivono che bisogna finirla con questa invadenza della giustizia nella politica. Se si vuole attaccare le idee politiche di qualcuno, lo si può tranquillamente fare, dedicandosi alle idee e no alle mutande. L’opinione di Davide Giacalone del 3 settembre 2020, all’interno di Non Stop News, con Barbara Sala, Enrico Galletti e Luigi Santarelli