I libri di testo ad oggi sono soldi buttati via

Il nostro editorialista, Davide Giacalone, in rassegna stampa ha commentato il nodo che non si scioglie tra governo e regioni riguardo la scuola per gli spazi e le mascherine. Siamo sempre allo stesso punto. Nessuno nel mondo ha soluzioni prive di controindicazioni, ma è intollerabile che alla vigilia dell’apertura delle scuole ci siano ancora discussioni che dovevano essere fatte molto prima, perché alla chiusura dell’anno scolastico questi problemi erano già evidenti. Bisogna avere un piano ”B”. Se qualche scuola dovesse chiudere, la didattica digitale non deve essere vista come l’alternativa a fare scuola in modo normale, ma comealternativa al non fare niente. Questo comporta degli sforzi economici anche da parte delle famiglie, che già ora stanno comperando i libri di testo, e ad oggi sono soldi buttati via. Poi ha commentato il problema del topless in Francia, che diventa un affare di stato e spacca la Francia in due, dopo che una mamma in spiaggia chiama i gendarmi che invitano tre donne a coprirsi. Il ministro dell’interno è costretto a scusarsi e sui social si infiamma il dibattito e scatena critiche e indignazione e #seminudi diventa tendenza. La cosa interessante è che a chiamare la forza pubblica sia stata una donna, che si è giustificata dicendo che aveva dei figli adolescenti. La vicenda è anche un pò parente del mee too, e si passa da una una stagione di pansessualismo, dove anche il dentifricio si vende mostrando il lato B di qualcuno, alla forma di puritanesimo di ritorno, dove bisogna negare anche l’esistenza stessa del desiderio. Le due cose stanno assieme, perché il mondo non è mai fatto di ventate che vanno in una sola direzione. La morale è che bisogna conviverci con le cose con libertà e responsabilità.Sui contagi cresciuti in Sardegna, ci sono due forme di oscurantismo che hanno deciso di combattersi uno contro l’altro.Quello dell’anti impresa, anti lavoro e anti ludico e quello anti responsabilità e precauzioni, come se si potessero fare queste cose in modo totale. Queste cose si accompagnano e come dicevo prima la libertà è responsabilità. Sul patto  non scritto tra detenuti e direzione all’interno del carcere di San Pietro a Reggio Calabria, dove i boss gestivano la struttura a modo loro, autorizzati dalla direttrice Maria Carmela Longo, ora direttrice del carcere di Rebibbia, arrestata martedì e posta ai domiciliari, con l’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa, Giacalone non è molto convinto, e dice che se la cosa non convince, bisogna stare necessariamente alla regola del diritto. La Longo è stata arrestata sulla base di una accusa mossa dalla Procura della Repubblica, e non c’è nessun giudice che ha sentenziato nulla  che abbia dimostrato alcunché. L’ipotesi alla base dell’accusa, è che ci fosse un accordo con le organizzazioni criminali per la vivibilità interna al carcere e per evitare problemi di ordine pubblico. Questo mi convince meno perché non è una cosa del tutto irrazionale. Credo che dove ci siano fenomeni di delinquenza seria la cosa si ripeta in modo frequente. Adesso bisogna capire in cosa consisteva questo patto. Se esisteva una comunicazione verso l’esterno per potere continuare la propria attività delinquenziale, come in alcune carceri Italiane si continua a fare, questo è un reato, altrimenti staremo a vedere. Come al solito la stampa Italiana, presenta l’ipotesi d’accusa, come ipotesi di sentenza, e non è così.L’opinione di Davide Giacalone del 27 agosto 2020, all’interno di Non Stop News, con Legrenzi, Pierluigi Diaco e Massimo Galanto