Chiusure, anche il comitato tecnico scientifico si divide

Il nostro editorialista, Davide Giacalone, in rassegna stampa ha commentato la decisione della Regione Lombardia di imporre il coprifuoco, da dopodomani, fra le 23.00 e le 5.00 del mattino e del comitato tecnico scientifico che si è diviso sulle misure di palestre e piscine. Giacalone dice che bisogna cercare di muoversi e di incontrarsi il meno possibile ed è una purissima questione matematica. Continuano a crescere i ricoveri e continua ad esserci confusione. Nella notte il decreto così come era stato illustrato dal presidente del consiglio è stato cambiato, togliendo ai sindaci la decisione delle chiusure per passarle ai prefetti. Questo dà sempre l’idea che quando il governo prende decisioni leggere, i comuni e le regioni chiedono di più mentre se il governo prende decisioni pesanti, allora gli stessi comuni e le regioni dicono che in questo modo si uccide il paese.Quello che considera estremamente pericoloso, però, è il ricorso al termine ‘coprifuoco’, che ha la forza di evocare bruttissimi ricordi.Poi è passato a parlare dell’app Immuni. Giacalone ha detto: si è capito sin dall’inizio che era una scatola vuota. Nell’ultimo decreto è previsto l’obbligo per le  autorità sanitarie locali di mettere il codice della persona positiva nell’app Immuni. Bisogna farlo perché altrimenti l’applicazione non serve. Ma i dati non bastano perché dal momento che uno è positivo, devono fargli gli esami a casa e in 24 ore al massimo.Quanto alla sovraesposizione di virologi ed esperti di varia natura, Davide Giacalone è stato molto severo: dovrebbero imparare a stare zitti, ha concluso.Forte richiamo, poi, sul drammatico episodio dell’insegnante barbaramente ucciso in Francia. Secondo Davide Giacalone, più che ripetere e insistere sul Je Suis, dovremmo rimettere al centro il Noi. Con forza. Perché in quel Noi, c’è tutta la tolleranza e il rispetto dello stato di diritto dell’Occidente. L’opinione di Davide Giacalone del 20 ottobre 2020, all’interno di Non Stop News,  con Giusi Legrenzi, Pierluigi Diaco e Fulvio Giuliani