Carlo Bonomi: c’è in atto il tentativo di intimidire le imprese

Il nostro editorialista, Davide Giacalone, in rassegna stampa ha parlato del leader di confindustria Carlo Bonomi, che ha attaccato un governo fermo. Tutti i provvedimenti messi in campo non hanno sciolto alcun nodo, imbrigliando la crescita del paese. C’è in atto il tentativo di intimidire le imprese. Giacalone dice che non serve a molto che il fatto che il governo, in vista del dover fare le proposte che riguardano l’utilizzo dei fondi europei, abbia tantissimi progetti sul tavolo e stia cercando di scegliere. Questo è un modo per dire che non esiste una strategia. C’è un totale fallimento anche del reddito di cittadinanza. Circa 3 milioni di persone che prendono questi soldi, ma attualmente ne sopravvivono circa 100mila, e questo costa al contribuente Italiano. Quello che era considerato un ponte per potere trovare lavoro, non ha funzionato. Se i soldi che il governo ha a disposizione non li mette dove servono a creare lavoro e ricchezza, presto quei soldi finiranno e avranno creato disoccupazione e povertà. Poi ha parlato dei contagi in Francia, e del governo ha avvertito che potrebbe tornare il lockdown. La situazione è preoccupante in tutta Europa, ma bisogna razionalizzarla. I contagiati continuino a crescere, i malati sono decisamente meno dei positivi e i ricoverati sono un numero molto basso. Il dramma a livello mondiale è se aumentano i ricoverati, perché per lo resto siamo nell’ambito di un problema che possiamo affrontare. Cosa succederà non lo sa nessuno. Dobbiamo tenere insieme due cose importanti: da una parte l’interesse legittimo alla salvaguardia della salute e dall’altra quella di poter continuare a lavorare, divertirsi con comportamenti responsabili.Pusher arrestati con l’aiuto dei droni e i clienti con il figlio in carrozzina. A Jesolo dodici spacciatori sono stati arrestati e dopo il processo per direttissima il giudice ha deciso per il “Tutti liberi” perché in possesso di poca droga, e come pena l’allontanamento dal Veneto. Dodici persone che si muovono per spacciare droga, dimostrano di essere una organizzazione criminale che si muove conoscendo la legge, e sapendo che chi ha scarse quantità di droga non puoi essere punibile. Come collettività dobbiamo deciderci. Se  siamo disposti ad avere le nostre città continuamente occupate da eserciti di spacciatori, allora mettiamo la droga in vendita in modo legale. Ma se non ci sta bene e non vogliamo tollerare tutto questo, dobbiamo dire che non basta che sia una modica quantità, perché qualsiasi quantità si stia vendendo, sei uno spacciatore e in galera ci devi stare un pò più di qualche ora. Poi c’è il caso del  dell’ultrà grillino Miele che sarebbe il favorito alla presidenza della corte dei conti, Giacalone dice che è una questione più vasta. La nostra costituzione stabilisce che ci sono alcune categorie di Italiani che non possono fare politica.Per esempio i militari o i magistrati, perché giudicano gli altri e, nel caso del militare, gira armato. Per il paese quindi non può essere  come gli altri. C’è chi si abbandona al tifo e alla volgarità, e non è che non dovrebbe fare carriera nella magistratura, ma non dovrebbe proprio esserci. Se il controllo funzionasse, Miele sarebbe già fuori. Purtroppo noi abbiamo tollerato tutto, persone dotate di un potere esecutivo importante, come togliere la libertà o i soldi, possono poi abbandonarsi al tifo e alla partigianeria. Questo è proibito. Giacalone ha poi parlato dell l’avvocata martire Ebru Timtik, condannata in Turchia per terrorismo e lasciata morire in cella dopo 238 giorni di sciopero della fame. Giacalone dice di sentirsi colpevole e abbiamo tutti un pò di responsabilità, perchè per 238 giorni non ne abbiamo parlato. Quando una persona che lotta per la libertà e il diritto e fa lo scipero della fame, cerca di attirare l’attenzione sulla questione. Non averla data a tutto questo, è un elemento di colpevolezza.L’opinione di Davide Giacalone del 29 agosto 2020, all’interno di Non Stop News, con Barbara Sala, Enrico Galletti e Luigi Santarelli